L’importanza della pratica

 La passata stagione ha visto la defezione di un vecchio allievo che pensa di non aver piu’ bisogno di “maestri” e quindi gestira’ il suo aikido come vorra’, secondo le sue personali convinzioni. In Aprile saranno sessanta anni che calco i tatami ed ho assistito negli anni a moltissimi fatti simili, che mi fanno capire che la comprensione dell’aikido sia come pratica fisica che spirituale e’ molto difficile da realizzare. Cosi’ con queste riflessioni torno sull’argomento riguardante la filosofia ed i principi dell’aikido, che in parte sono sviluppati nel libro “Aikido tradizionale Tadashi abe” che forse vedra’ la luce. Poiche’ le mie parole non sono sufficientemente profonde, ho deciso di porgervi alcune riflessioni del maestro Toshikatsu Ichimura: egli amava, al termine delle lezioni, affrontare gli spinosi argomenti sull’ etica dell’aikido. Sesto dan di aikido, sesto di iaido ed allievo del maestro Nishio, Sensei Ichimura era stato inviato nei Paesi scandinavi a meta’ degli anni sessanta. Amico del maestro Hosokawa, lo accompagno’ per un certo tempo nei vari stage in Italia, cosi’ ebbi modo di conoscerlo. Il suo era un aikido potente e dinamico, molto bello, ma anche una novita’ per noi. La mia consuetudine a trascrivere tutto quello che i maestri facevano o dicevano mi permette oggi di fornirvi uno stralcio dei sui pensieri circa il significato della pratica.

Sperando di essere di aiuto eccovi frasi che spero vi facciano riflettere:

“l’aikido necessita di assidua pratica per afferrarne l’essenza”

“corpo e mente sono una unita’, bisogna che ambedue comprendano”

“in aikido ci sono molte verita’ nascoste e profonde, per comprenderle e’ necessaria la pratica che fa da intermediaria; per questo e’ indispensabile un buon istruttore che sia il tramite tra noi e la profondita’ dell’aikido”

“dobbiamo cercare di allenarci il piu’ possibile, altrimenti si fa poca strada; e’ difficile togliere le cattive abitudini: movimenti, posizioni, ecc. e noi dobbiamo andare avanti oltre l’errore! e questo sforzo lo dobbiamo trasferire nella vita quotidiana”

“la pratica delle forme di base si riflette su tutte le altre, cosi’ padroneggiandole miglioreremo anche le altre; ecco l’importanza delle basi che rendono possibile il perfezionamento di molte tecniche”

“nello studio delle tecniche si giunge ad un muro che ci rende difficile la vita: dobbiamo rompere quel muro sconfiggendo la fatica, il male, l’indolenza, ecc.”

“se volete progredire in aikido dovete elevare la vostra vita, avviandola in senso giusto e retto, cosi’ facendo vita e aikido progrediscono; cio’ e’ estremamente difficile ma la mia esperienza mi conferma che e’ la via giusta”

“naturalmente il maestro non puo’ realizzare per voi il progresso: siete solamente voi che, seguendo le sue indicazioni, dovete realizzarlo da soli”

 “se l’allievo non segue le indicazioni, non potra’ migliorare nemmeno con il migliore dei maestri”

“e’ indispensabile non scoraggiarsi perche’ alcuni progrediscono subito, altri piu’ lentamente..ma e’ importante provare continuamente per scoprire gli aspetti nascosti della disciplina”

“l’allenamento costante non significa solo comprendere le tecniche, ma preparare la mente a capire il principio di armonia”

E’ la parte piu’ tosta da realizzare, ma provate a fare vostri questi pensieri:

…Quando siamo capaci di armonizzarci col nostro corpo e con il partner, siamo uniti ai movimenti dell’universo…

…L’allenamento ci deve avvicinare alla natura…

…Spesso crediamo di agire bene, ma non e’ vero perche’ viviamo in disarmonia e le nostre azioni sono lontane dalle forze dell’universo…

Questa armonia dobbiamo ricercarla anche solo per un’ora nella giornata e, se ci riusciamo, riavviciniamo l’umanita’…

Se pratico aikido con la ricerca di questa unione con le forze naturali, assorbiro’ maggiori energie e potro’ vivere piu’ intensamente…

Nascendo, ognuno possiede un certo grado di genialita’. Se non impariamo a sfruttarla, questa e’ destinata a deperire; con l’allenamento possiamo realizzarla…

Allenandoci ininterrottamente dimostriamo cio’ che di buono e’ in noi ed in questo la natura e l’universo ci aiutano

Il fatto di essere in armonia con la natura allontana da me pensieri egoistici; attraverso me, altre persone riescono a prendere questa forza e cosi’ aiutero’ gli altri…

In aikido questa forza e’ rappresentata dal fluire del Ki, ma senza profondo allenamento non si riesce a dimostrare questo flusso; se le finalita’ del mio allenamento sono egoistiche, il progresso non ci sara’ o sara’ apparente…

Il vero allenamento dell’aikido consiste nel lavorare in unione alla natura e all’universo…

Ovunque nell’universo c’e’ un lavoro di energia; se riesco a vivere giustamente, allenandomi correttamente, dimostro di partecipare a questa armonia perche’ e’ in me…

Quando desideriamo qualche cosa di bene per gli altri, comunichiamo con le vibrazioni dell’universo: questo desiderio di bene e’ Amore

L’aikido e’ stato elaborato da O’Sensei come ricerca di amore, quindi quando siamo sul tatami e’ come se pregassimo ed augurassimo del bene agli altri

L’allenamento di aikido non prevede di competere con il partner, ma di pregare per lui e per il suo successo

Praticando aikido si capisce l’altro e la vita umana, quando ci alleniamo non per combatterci, ma per aiutarci, la nostra vita si arricchira‘…

Non tutti capiscono questo, combattendo lo spirito della lotta si riversera’ nella vita quotidiana

In aikido incontriamo molte persone che pensano diversamente, lavorare insieme rende possibile maggiore conoscenza e quindi maggiore armonia, cio’ e’ molto importante perche’ c’e’ uno scambio positivo di cose

Io ho appreso da tanti e non sono in grado di ringraziarli per cio’ che mi hanno dato, ogni giorno nel mio studio volto alla natura scopro cose nuove; naturalmente queste cose sono gia’ state scoperte da altri, ma io le ho scoperte in modo autonomo, senza libri, ma con la pratica

L’allenamento di oggi vissuto con voi e’ importante perche’ fa parte della mia storia: non tanto perche e’ irripetibile, ma perche’ vissuto ora

 A questo punto gli viene richiesto come applicare tali principi nella nostra societa’, incentrata sulla lotta all’egoismo:

“Dovete ricordare che l’aikdo e’ nato dalla vita di Ueshiba . Egli diceva che imparava solo le cose buone e prestava attenzione alle cose positive . Ueshiba pensava Dio come Giustizia, Dio Giustizia informa l’aikido perche’ l’aikido e’ opera divina. I miei sentimenti e le mie sensazioni sono da confrontare con tale idea di Dio, se uno mi e’ antipatico cio’ e’ sbagliato perche’ non corrisponde all’idea di Dio. Quello che Ueshiba chiamo’ “apprendere da Dio” e’ portare i nostri sentimenti a Dio che e’ la pietra di paragone e chiederci se il nostro agire si uniforma ad esso. Se io mi sforzo di superare gli egoismi e mi alleno con uno antipatico, immediatamente mi ritrovo in rispondenza con Dio e cio’ e’ come pregare, e’ la preghiera stessa. I tempi di Ueshiba non erano certo migliori degli attuali, ma non dobbiamo chiederci cosa fanno gli altri bensi’ cio’ che facciamo sul tatami e nella vita: e’ difficile aiutare gli altri fuori dal dojo, perche’ non capiscono…ma se noi siamo allenati all’armonia, la nostra disposizione d’animo ci avvicina agli altri. SE QUANDO PRATICO BADO UNICAMENTE ALLA TECNICA senza questi principi cio’ E’ UNA COSA SENZA SENSO, MORTA! se invece cerco di mostrare i principi che il maestro mi ha dato cio’ e’ vita. Praticare secondo i principi da qualche cosa agli altri che forse non capiscono e non ci sono riconoscenti, ma cio’ che importa e’ CONTINUARE. Mi e’ sembrato importante farvi partecipi di questi concetti, specialmente oggi ,ove la diffusione dell’aikido e la nascita di tanti maestri rischia di fare dimenticare il vero significato di cosa comporti la vera pratica dell’aikido.”

 Dopo qualche anno, lchimura Sensei lascia l’insegnamento e si ritira per una vita di austerita’

2 commenti su “L’importanza della pratica”

  1. Cosa dire su un “articolo” che si commenta da solo? Nulla di originale o nuovo, solo la propria esperienza personale. Quando parlo con la gente, mi piace assimilare l’Aikido ad una pianta, una di quelle belle, ma che hanno la crescita lenta, quelle che innaffi anche se ti sembrano sempre e solo foglie, mai boccioli, e poi improvvisamente un giorno, quando arrivi con l’acqua, la sorpresa: la pianta è in piena fioritura.
    Ecco come vedo l’Aikido, come vedo l’impegno quotidiano sia fisico (gli allenamenti nel dojo o a casa), sia mentale (la meditazione e/o la vita di tutti i giorni vissuta secondo i principi dell’arte).
    L’allenamento è quell’insieme di “ingredienti” che usiamo perché la pianta Aikido, e di conseguenza noi stessi, possa arrivare ad una vera maturazione/fioritura.
    Non si può dire altro. Non saprei aggiungere altro, che comunque nn sia già stato detto o risulti vuota retorica…

  2. Tiziana inocco

    Voglio ringraziare il Sensei per i numerosi spunti di riflessione che ogni volta pubblica, sono molto interessanti sia le sue opinioni personali scaturite da una lunga esperienza di vita e sul tatami, sia le parole dei grandi maestri che saggiamente riporta affinché diventino nostri.
    In questo articolo in particolare mi sono soffermata su ciò che in questo momento mi riguarda da vicino in quanto neofita di questa disciplina:l’incoraggiamento a non mollare quando ci si trova davanti ad un muro che ci rende difficile l’apprendimento. A volte lasciare ed arrendersi è la cosa più semplice per non complicarsi la vita, ma grazie ad un buon maestro ed ai miei senpai allenati alla pazienza ed armonia, sto imparando a stringere i denti ed affrontare quel muro per poterlo abbattere e sconfiggere le mie paure. So che mi ci vorrà molto tempo, ma l’importanza di un buon maestro e delle sue indicazioni sono davvero fondamentali per l’apprendimento e la ricerca dell’armonia. Fa riflettere anche il punto dove si dice che a volte crediamo di agire bene ma siamo in disarmonia.. Nel nostro mondo frenetico fermarsi un attimo, respirare e capire dove sbagliamo per rimettere “in quadro” cuore ed anima sembra davvero difficile, ma dobbiamo trovare il tempo di farlo per il nostro bene e di chi ci circonda.
    Grazie Sensei Domenico e grazie alla scuola Tadashi Abe di Imperia che mi ha accolta con ottimo spirito

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